Storie per piccoli cuori

“Brutti pensieri”

Buongiorno dottore,

la mia bambina, da più di un anno dice di avere “brutti pensieri” ed è turbata.

Certe volte ha detto addirittura di voler dormire per non pensare a cose brutte!

Ha paura della morte. Ha paura che mi possa succedere qualcosa. Non vuole che vada al lavoro in macchina, se mi sposto cerca sempre dove sono per sapere come sto e mi dice che se dovessi morire lei non saprebbe cosa fare. Piange nel pensare la sua vita senza di me, ha paura.

Quando mi dice queste cose cerco di sdrammatizzare e di dirle qualcosa che possa rassicurarla! Infatti mi ringrazia e dice che le mie parole le fanno bene al cuore. Però vedo che non basta e io non ce la faccio più a vederla così!

 

Cara signora,

Viviamo in un tempo difficile e siamo immersi in un mondo spaventosamente ansiogeno!

Noi, non solo i bambini! Noi.

Siamo immersi nella violenza, nel pessimismo, nell’ansia sociale, nella crisi di riferimenti, nella sfiducia…

E questo mostro invisibile, pervasivo, penetrante, che potrebbe nascondersi dovunque e azzannarci improvvisamente… è una angoscia!

L’ansia vola e si trasmette da persona a persona in modo molto più rapido e pervasivo di un virus!

Basta guardare i nostri volti tesi, accigliati, arrabbiati, stanchi o anche solo preoccupati per essere travolti dal clima di tensione.

E i bambini che hanno radar molto più sensibili degli adulti ne sono coinvolti molto più di noi.

Noi infatti possiamo valutare in modo critico e anche comprendere quello che proviamo, perché lo proviamo ecc…

I bambini no.

La tensione, quella che “non so perché ce l’ho”, può diventare un mal di pancia, un mal di testa, un mostro sotto al letto, una paura del buio, un pianto inspiegato, una irritabilità, dei capricci eccessivi ecc…

Per una bambina più sensibile può diventare “pensieri brutti”.

Nei pensieri brutti, ma io direi nel normale percorso dello sviluppo, prima o poi si inciampa nella morte.

Che cosa è la morte?

Visto che l’abbiamo scoperta, dove la mettiamo ora dentro al cervello di una bambina?

In quale scaffale? In quello  “help! Stiamo attenti rischiamo di morire!!” ? o in quello “è normale che prima o poi moriremo! È naturale.” ?

La morte è un concetto estremamente complesso che per una bambina assume una grande importanza perché è una minaccia! La peggiore minaccia possibile, quella vicina, è che questa cosa brutta si prenda mamma e papà! E se “il problema” è questo… “Certo che devo stare ben attenta!” “Mamma non ti muovere da qui! Ti tengo a vista h24!”

Che facciamo?

Sempre ottimo il supporto di un/a professionista psicologa/o.

Se però la bambina non ci vuole andare, affianchiamola e aiutiamola a trovare risposte alle domande che la turbano per iniettare serenità.

Inizierei a leggerle libri tenendola vicina e a giocare con lei.

Dunque, brutti pensieri: con le carezze e l’ascolto, vediamo quali sono.

Come si fa a far parlare un bambino?

Non certo con una luce in faccia e un interrogatorio. Ci vuole furbizia. Dobbiamo creare le condizioni:

Mamma si mette in un posto accessibile e comodo e sta lì, vicina, senza far niente (o quasi niente tipo rammendare un calzino o sfogliare distrattamente un giornale). Una mamma che non ha niente da fare, lì disponibile, ferma… E’ una attrazione irresistibile! La bambina smetterà le sue attività e le verrà in braccio o vicina.

Quello è il momento buono!

Un momento intimo, sereno, con bassissimi livelli di stress. Potremo coccolarla, baciarla, accarezzarla e leggerle una favola o un libro adatto (Ne possiamo trovare uno intelligente che ci dia lo spunto per stimolare temi interessanti…).

Lasciamo che la cosa fluisca come viene, ma “antenne puntate” e… ascoltiamo!

Se in questo clima rilassato la bambina ci dice qualcosa che può permetterci di entrare… entriamo!

Se non dice niente… Amen. Attendiamo un altro momento propizio.

Se però lo spiraglio si apre e viene fuori qualche spunto per toccare “pensieri brutti” entriamo e portiamo lì dentro il sorriso e la serenità!

Le cose che sembrano bruttissime, con la mamma possono cambiare colore perché cambia l’esperienza emotiva che possiamo fare mentre le evochiamo.

Rispondiamo alla domanda più angosciante: “puoi lasciarmi?” “Può succedere qualcosa che ti allontani da me?”

La risposta è NO!

E questo “no” passa attraverso il calore del corpo e il sorriso rassicurante!

E la morte? Come si fa con la morte?

È una cosa brutta?

La mamma spiega e rassicura.

Mamma dice sempre la verità: “Si è una cosa brutta”. Ma accompagna la sua piccina in un percorso che la aiuti a non sentirla come una minaccia incombente!

“La mamma c’è e ci sarà finchè tu avrai bisogno di lei!” “Stai tranquilla!”

È una bugia? Direi di no. È una verità nell’attimo presente.

Ma poi, dopo averla rassicurata sul rischio diretto e vicino, ampliamo l’obiettivo e aiutiamola a guardare la morte da lontano, da una posizione di sicurezza e con serenità, per darle un posto dentro il suo piccolo cervello e una soluzione al “problema”.

E allora…

“La morte è importantissima… per la vita!!!” Un chicco di grano diventa una spiga! Una foglia secca lascia lo spazio ad un bocciolo! Se restassero tutte foglie secche non avremmo la bellezza della primavera!

Potremo fare mille riflessioni per vedere che la morte permette di dare spazio alla vita e se non morisse nessuno… finirebbe tutto! Non è importante la spiegazione dei concetti, quanto il messaggio emotivo positivo: la serenità che accoglie anche la morte come un evento necessario e giusto.

Se poi ci sostiene una fede, ancora di più possiamo arricchire il concetto di morte come vittoria eterna della vita.

Forza! E speriamo che presto tutti noi possiamo smetterla di avere “pensieri brutti!”

dott. Tommaso Montini, pediatra

 

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