Storie per piccoli cuori

Costruiamo la pace

Guerra!

Inaspettata. Assurda.

Incredulità, paura, ansia, incertezza…

Siamo letteralmente travolti da notizie in tempo reale che si sovrappongono a notizie…

Le guerre oggi si combattono e si vivono con “in diretta”.

La cronaca compete con altre cronache nella rincorsa di emozioni il più possibile coinvolgenti e la tragedia diventa spettacolo spettrale. Angosciante.

Pianto di bambini, volti smarriti, lacrime, feriti, case distrutte, violenza… Tutto documentato nei dettagli!

Racconti drammatici si riversano nelle nostre case come uno tsunami e si stampano nei nostri volti preoccupati.

Inutile aggiungere commenti.

Ma i nomi delle piazze e strade che celebrano “grandi condottieri” mi suonano oggi in modo sinistro e penso a come la storia, sempre raccontata dai vincitori, forse non è mai cambiata.

La guerra arriva anche ai nostri bambini.

Immagini? Voci? Volti tesi o preoccupati?

I prezzi che salgono e mettono in difficoltà famiglie cambiano “i toni” delle case?

Ansia.

Help! Il “mondo dei grandi” non sembra più sicuro!!

Che facciamo?

Difendiamo i nostri piccoli!!

Facciamo attenzione ai notiziari ma soprattutto alle immagini.

Dobbiamo sapere che le emozioni catturano e sono estremamente infettive.

Un pianto o un volto ferito in un video ha un impatto forte in un bambino.

E allora ascoltiamo tutto e seguiamo, ovviamente, ma stiamo attenti a cosa entra in casa. Ai nostri volti e a cosa trasmettiamo ai nostri bambini.

Cosa dice la nostra espressione oggi?

Preoccupazione, paura, tensione o affidabilità, sicurezza e serenità?

Mamma e papà sono il “contenitore” dei bambini e la finestra per leggere il mondo.

Se in casa mamma e papà sono sempre uguali, giocano sorridono e tutto scorre in modo prevedibile e sicuro, i bambini sono protetti e restano sereni.

Con i bambini più grandi forse c’è invece da rispondere a domande.

Se hanno bisogno di farcene… Ascoltiamoli!

Come?

Nessun interrogatorio della serie “Dimmi, hai qualche problema? Vuoi raccontarmi qualcosa?” ma solo ascolto.

Creiamo invece momenti in cui “non abbiamo da fare” e abbiamo tempo da dedicare a loro. Tutto per loro.

Siamo lì, vicino, senza far niente, magari a sfogliare il giornale o rammendare un calzino.

“Normalmente mamma è sempre indaffarata! Adesso invece…”

Una mamma ferma che sta lì, disponibile, è una attrazione irresistibile per andarle in braccio!

E allora in questi momenti caldi, intimi, dove abbracci e carezze arricchiscono parole scrivendo significati profondi, possiamo spiegare tutto.

Ma sappiamo che i bisogni dei bambini sono emotivi, non cognitivi!

Per loro non conta troppo “sapere” fatti o “capire” concetti che possono essere raccontati con parole.

Raccontiamoli pure, ma rispondiamo alle ansie e alle tensioni bambine:

“Che ci succede adesso?” “Niente.”

“Mamma e papà ci sono, va tutto bene, non ci minaccia niente, non dobbiamo fare niente di speciale ecc…”

“Stai sereno !”

Certo, per i più grandi è diverso e a loro possiamo spiegare e parlare anche degli orrori della guerra.

Ma con loro possiamo cogliere l’occasione per riflettere sul nostro/loro mondo: un rancore verso un compagno, gelosie o sopraffazioni per piccole cose sono gli stessi semi degli orrori che sembrano lontanissimi!

La pace non è una parola bella o una bandiera colorata da sventolare in una piazza.

È un lavoro profondo, intimo, da costruire dentro per saperla poi cercare e difendere per tutta la vita!

Si inizia da bambini.

dott. Tommaso Montini, pediatra

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