Storie per piccoli cuori

Febbre e dintorni

Domanda: “Ma i bambini con la febbre, si possono lavare?”
“Dottore io lo lavo a pezzi, senza fargli prendere freddo!”
“Dottore assolutamente no! E’ che’ gli faccio venire una bronchite!?”
“Dottore si lo lavo, ma i capelli… quelli no!! Prenderebbe freddo alla testa!”
Le risposte che sento sono tante.
Molto spesso vedo “esantemi” che sono solo dermatiti irritative legate ad un periodo senza bagnetto per una febbre.
Insomma, si possono lavare i bambini con la febbre? La risposta è si!
Fine del post.
Ma colgo l’occasione per riflettere a proposito di bagnetti e “colpi di freddo” in corso di febbre:
Come si faceva ad abbassare la temperatura quando non esisteva la Tachipirina, e nemmeno e nemmeno il Nurofen, e nemmeno niente altro?
Semplice, si raffreddava il corpo con i sistemi fisici che ancora resistono nei consigli delle nonne!
Primo tra tutti: il bagnetto!
Un corpo caldo in un liquido più freddo… si raffredda. E’ una osservazione ovvia!
Il consiglio negli anni ha avuto delle personalizzazioni piuttosto ardite e qualcuno, preso dal panico da febbre alta, ogni tanto dice pure di mettere i bambini nell’acqua fredda (ovviamente le mamme non lo hanno mai fatto ma per queste degenerazioni qualche volta il consiglio del “bagnetto” è stato considerato assurdo)!
In realtà il dottore dice di fare ai bambini il solito bagnetto, con l’acqua alla solita temperatura di 36-37 gradi circa.
Se il bambino scotta ovviamente a lui quell’acqua sembra fredda, ma in realtà la differenza della temperatura rispetto al suo corpo sarà solo di 2-3 gradi.
Nessuna paura quindi di shock termici e ottimo sistema facile per abbassare rapidamente una febbre molto alta.
“Ma così il bambino prende freddo!!”
Certo! L’obiettivo è proprio raffreddarlo, ma avere ben chiaro che il “nemico” è un germe non una temperatura!!
“Oh mamma mia quanto scotta!”
“Mettigli subito il ghiaccio in testa altrimenti gli vengono le convulsioni!”
Le convulsioni vengono nel momento che la febbre sale improvvisamente e quindi non si riesce ad evitarle con un ghiaccio in testa. Comunque il ghiaccio certamente raffredda.
Se però la fronte arriva a 39-40 gradi e una borsa di ghiaccio è circa zero gradi o poco più, la sensazione di un ghiaccio in fronte può somigliare a quella di una bella randellata!
Molto meglio le “famose” patate che mi metteva la mia mamma.
Tagliate a fette (ottime conduttrici di calore) sulla fronte. Mia madre me le legava con un foulard e ricordo che era divertente vederle cucinate dalla mia testa!
Altro rimedio classico che ancora è molto popolare: le spugnature.
Il principio è semplice: un liquido che evapora raffredda la superficie sottostante.
In fondo il corpo funziona proprio così: per raffreddarsi… suda!
Il sudore funziona come condizionatore perché evapora. Funziona meglio (evapora prima) se c’è un flusso di aria e un basso tasso di umidità.
Con le spugnature in fondo provochiamo un “sudore artificiale”.
Bagnamo la superfice del corpo caldo e lasciamo che l’acqua evapori. Più ampia è la superfice più efficace sarà l’effetto.
Non è necessario che l’acqua sia fredda, il principio non è la conduzione ma l’evaporazione quindi basta una spugnetta a temperatura ambiente
Ovviamente funziona tutto quello che evapora e poiché l’alcool evapora prima, come per il bagnetto gelato, ogni tanto si sente il consiglio di fare le spugnature con l’alcool.
E’ sbagliato!
Non perché non funzioni (funziona benissimo) ma perché la pelle è una superficie permeabile.
Questo vuol dire che si può avere un assorbimento percutaneo di alcool che fa certamente più male della febbre alta!
Funzionano questi sistemi? Certo.
Non c’è bisogno di leggere un post di un dottore per conoscerli. Le nonne li hanno sempre saputi meglio di lui (e io li ho imparati dalla mia mamma, solo dopo dai libri).
Il problema è che se il corpo ha bisogno di una febbre per combattere, reagirà presto con un bel brivido e riporterà la febbre dove voleva che fosse.
Amen!
Se vedremo il bambino sofferente ripeteremo le nostre pratiche ma con la febbre alta
il miglior consiglio resta sempre quello di scoprire il bambino e farlo bere.
dott. Tommaso Montini, pediatra

 

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