Storie per piccoli cuori

Il regalo più bello

“E allora, cosa vuoi per Natale?”

“Ti porto nel negozio di giocattoli e così scegli quello che ti piace.”

“Si che bello! Evviva!”

Nel negozio un tripudio di colori e mille cose bellissime…

“Wow! Ci sono proprio tutti! Tutti i personaggi che conosco e tutti i giochi della pubblicità!” “Proprio quelli che volevo….”

“Quelli che volevi?” “E che volevi?”

“Volevo… questo! Quello! No anzi anche quell’altro, e pure questo…”

“Ne devi scegliere uno…”

“Ok, facciamo due….”

“Ok facciamo tre… ma poi basta!”

“No voglio questo! No voglio quello… e anche quest’altro…!”

La tensione sale… Il bambino inizia ad essere nervoso…

Devi scegliere!

“Uffa…! Voglio Peppa Pig e pure L’Uomo ragno e pure la macchina di… !”

Pianto… Capricci… Imbarazzo nel negozio…

“Ok basta, prendiamo tutto! Ma finiamo questa tragedia! Non ti porto più!

Domanda: un bambino piccolo, travolto da uno tzunami di colori e oggetti attraenti può fare delle scelte?

“Cosa vuoi?” “Tutto! Che razza di domande!”

Il cervello delle scelte è quello maturo: quello dei grandi!

Il cervello dei bambini invece è dominato dalle emozioni.

Mille colori di giochi presentati tutti insieme, nei modi più accattivanti, sono emozioni travolgenti. Impossibile controllarle!

Le industrie conoscono molto bene la psicologia dei bambini … e sanno anche che i loro capricci sono armi potentissime!

Non è un caso che sulle scatole ci sono immagini straordinarie di cose fantastiche che poi nella pratica si traducono in qualche triste pezzetto di plastica colorata!

Portare un bambino in un negozio di giocattoli perché scelga il suo, è metterlo in una situazione di immensa difficoltà e costringerlo a scelte che non può fare.

Semplicemente trattarlo in modo inadeguato alla sua età.

Alla fine resta l’insoddisfazione.

Le cose, per quanto belle, perdono il loro interesse in pochi minuti e il volto teso di mamma o papà mi ha detto che sono stato cattivo!

Ma…

“Mamma spostati! Attenta, stai sulla pista di atterraggio!” le manine aperte e l’aereo arriva…

“Brumm brumm” una bacinella è il manubrio di un grande autobus…

Una palla di pezza… e il bambino può giocare la finale di champions!

Per i bambini il gioco è una delle attività più importanti del pensiero.

La fantasia galoppa e costruisce scene, contesti, storie, personaggi…

Attraverso la fantasia, nel gioco, infatti i bambini rielaborano tutto quello che sentono e vedono.

Come in un puzzle ricostruiscono il mondo che li circonda, imparano ad interpretarlo e a starci dentro per fare poi esperienze sempre più complesse.

Il gioco è un importantissimo lavoro della mente. E’ un momento piacevole ma è orchestrato da complessi circuiti neurologici e ormonali.

Per giocare i bambini hanno bisogno di serenità, di tempi e spazi.

Appena li trovano immediatamente giocano.

Da soli, senza alcun aiuto dei grandi e se sono più bambini, subito cercano di giocare insieme.

E le cose? Servono poco.

Qualsiasi oggetto può diventare tutto e il suo valore è legato al ruolo fantastico che il bambino gli attribuisce.

“Dottore mia figlia vuole sempre e solo questa bambola di pezza senza capelli tutta spelacchiata! Io le ho regalato quella bellissima e costosissima, che parla cammina mangia e fa pure i calcoli… l’ha guardata giusto un minuto!”

E allora… lasciamoli giocare!

Cosa gli serve?

1) Serenità. Cioè livelli di stress bassi.

I bambini traumatizzati non possono giocare…

Quelli spaventati non possono giocare…

Parlo di situazioni estreme.

Abbassare lo stress ritrovando protezione carezze abbracci significa dar loro la possibilità di giocare e rielaborare quello che è successo. Trovare una via di uscita.

In casa… più li vediamo giocare più sappiamo che stanno bene!

Se non giocano… Vediamo perché.

2) Tempo

Palestra compiti catechismo doposcuola… Altro che uomini d’affari!

I nostri bambini non hanno un minuto per essere lasciati in pace!

E se hanno il tempo… “stai qui buono buono davanti ai cartoni animati che mamma ha un attimo da fare…”

I cartoni animati con il loro effetto ipnotico paralizzano e fine del tempo libero!

La noia… vietata in età pediatrica!

Domande: possibile che dobbiamo essere noi a riempire tutti i loro tempi con tutte le cose che ci sembrano buone per loro ma secondo il nostro punto di vista adulto?

E se li lasciassimo un po’… magari per giocare in santa pace? (Invece di andare alla scuola di… che “dottore le piaceva tanto ma non ci vuole andare più!”)

3) Spazio

In verità ai bambini ne serve poco, ma se ne avessero potrebbero correre e arricchire le loro esperienze di esplorazioni.

Lo spazio può essere qualsiasi angolo della casa. Qualsiasi posto dove sentirsi al sicuro e dove costruire il loro mondo.

Se ci sono mamma o papà nei dintorni si sta più tranquilli e far vedere a loro il regno che si è costruito è motivo di orgoglio particolare!

E i giocattoli?

Quelli belli che lui “desiderava” tanto?

Giacciono lì e affollano la sua stanza.

Molti sono serviti per essere smontati e distrutti.

Molti sono stati guardati per una volta o poco più.

I giocattoli che “inscatolano” la fantasia.

Quelli che hanno le istruzioni per giocare…

Quelli che giocano da soli…

Quelli pensati dagli adulti per venderli ai bambini ingannandoli con fantasie precostituite!

“Piccolo devi immaginare questo e quello! Vedi, te l’ho fatto vedere sulla scatola come devi fare e chi devi essere! Più facile di così…!”

Ok, sono belli da vedere, facili da comprare e desiderare, ma che noia!

E tutti i videogiochi?

Micidiali trappole per bambini.

Impossibile sfuggir loro perché hanno un effetto paralizzante che crea dipendenze.

Niente movimento, occhi affaticati, immagini brutte e spesso violente, ripetitività ossessiva…

Rubano il tempo, lo spazio, le relazioni, imprigionano la fantasia, spesso sono angoscianti…

Ok, lo so, è impossibile non averli ma mettiamo dei paletti!

Impediamogli di rapire i nostri bambini! Di paralizzarli per ore! Di imprigionarli!

Ultima parola su un gioco speciale: quello con papà o mamma.

È bellissimo il gioco inventato, quello che riempie i tempi e gli spazi del bambino in modo autonomo, ma il gioco con papà o mamma è speciale!

È un momento magico in cui papà o mamma (o insieme) staccano le loro attività e sono tutti miei!

Leggono le favole, o entrano come personaggi delle storie fantastiche o giocano a pallone…

Tutto cambia e acquista un valore speciale se ci sono mamma o papà compagni di giochi!

Tutto diventa più bello.

Qualsiasi cosa acquista una sottolineatura speciale e scrive profondamente nel cervello!

Riempie di orgoglio, fa sentire forte la presenza di un genitore che c’è nella mia vita e mi ama!

Con papà o mamma è tutto più bello e importante!

La tensione si abbassa e l’armonia permette intimità particolari.

Un genitore che gioca può ascoltare meglio e aiutare a risolvere nel gioco piccoli e grandi problemi!

E allora…

Andiamo nel negozio di giocattoli a scegliere non so cosa…?

O andiamo a giocare insieme “che tu eri…” ?

dott. Tommaso Montini, pediatra

 

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